
La dichiarazione antiriciclaggio del cliente è uno degli strumenti fondamentali per i professionisti – in particolare commercialisti, consulenti fiscali e studi contabili – per adempiere agli obblighi previsti dal D.lgs. 231/2007 e successive modifiche.
Attraverso il modello AV.4 e le linee guida del CNDCEC, lo studio è in grado di raccogliere tutte le informazioni necessarie per la valutazione del rischio, l’identificazione del titolare effettivo e la corretta conservazione dei dati, riducendo al minimo i rischi di sanzioni e responsabilità.
In questo articolo vedremo nel dettaglio il quadro normativo, la disciplina della dichiarazione antiriciclaggio cliente, il contenuto del modello AV.4 e gli adempimenti pratici che gli studi professionali devono seguire.
Quadro normativo di riferimento
La disciplina antiriciclaggio per i commercialisti nasce con il D.lgs. 231/2007, che ha introdotto l’obbligo di adeguata verifica della clientela nei rapporti professionali (artt. 17-30).
Successivamente, con il D.lgs. 90/2017, l’Italia ha recepito la IV Direttiva UE, aggiornando le regole relative a titolare effettivo, classificazione del rischio e controlli.
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) ha emanato:
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le Regole Tecniche Antiriciclaggio, tra cui la Regola Tecnica n. 2 sull’adeguata verifica della clientela;
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le Linee Guida del 22 maggio 2019, aggiornate nel 2025, con esempi pratici, modulistica e comportamenti consigliati per gli iscritti.
Queste disposizioni sono la base su cui si fonda la corretta gestione della dichiarazione antiriciclaggio cliente.
Regola tecnica n. 2 e approccio basato sul rischio
La Regola Tecnica n. 2 stabilisce che il professionista deve valutare i clienti con un approccio risk-based, cioè basato sul rischio.
Le valutazioni principali sono:
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rischio inerente della prestazione: quanto la tipologia di incarico può essere usata per fini illeciti (con gradi di significatività);
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rischio specifico del cliente: in base a caratteristiche soggettive, area geografica, strumenti finanziari utilizzati, eventuali operazioni internazionali.
Dalla combinazione di questi due fattori si determina il rischio effettivo, che può portare a tre tipologie di verifica:
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semplificata, nei casi a basso rischio;
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ordinaria, nei casi a rischio medio (“abbastanza significativo”);
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rafforzata, nei casi di rischio elevato.
Dichiarazione antiriciclaggio cliente e modello AV.4
Il modello AV.4 è lo strumento più utilizzato per formalizzare la dichiarazione antiriciclaggio cliente.
Il documento raccoglie in forma scritta tutte le informazioni necessarie, che il cliente fornisce sotto la propria responsabilità civile e penale.
Contenuto tipico del modello AV.4
Il modello include:
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dati identificativi del cliente (anagrafica, sede, partita IVA, attività svolta);
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dati del titolare effettivo (chi controlla o beneficia effettivamente della società);
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dichiarazione scritta sul titolare effettivo;
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scopo e natura della prestazione richiesta (assistenza fiscale, consulenza societaria, contabilità, ecc.);
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informazioni sulla provenienza dei fondi utilizzati, se necessario;
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eventuali dichiarazioni aggiuntive (es. se il cliente è una Persona Politicamente Esposta – PEP).
Lo studio è tenuto a conservare la dichiarazione antiriciclaggio cliente per 10 anni dalla cessazione del rapporto continuativo o dell’operazione occasionale.
Facsimile modello AV.4
Per facilitare la comprensione, mettiamo a disposizione un fac-simile del modello AV.4. Si tratta di un documento puramente esemplificativo e non ufficiale, utile solo per avere un’idea della struttura e dei contenuti richiesti.
👉 Puoi scaricarlo qui: facsimile_dichiarazione_antiriciclaggio_filigrana – Studio Galesposta – Milano
Raccolta, aggiornamento e responsabilità
La raccolta delle informazioni deve rispettare il GDPR e le regole di sicurezza dei dati.
La dichiarazione si presume veritiera, ma il professionista ha la responsabilità di effettuare controlli e verifiche di coerenza.
Gli aggiornamenti sono richiesti:
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in caso di modifiche sostanziali nella posizione del cliente (es. cambio titolare effettivo, attività, provenienza dei fondi);
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periodicamente, anche ogni 12-24 mesi, soprattutto nei rapporti continuativi.
Se emergono dubbi o incoerenze, il professionista deve approfondire con controlli supplementari (visure camerali, banche dati, fonti pubbliche) e, nei casi ad alto rischio, può astenersi dall’assunzione dell’incarico.
Esempio pratico: adeguata verifica ordinaria
Uno studio di consulenza fiscale che accoglie un nuovo cliente per un rapporto continuativo deve:
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valutare il rischio inerente della prestazione (es. consulenza fiscale ordinaria → rischio “abbastanza significativo”);
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valutare il rischio specifico (struttura societaria, capitale, presenza di PEP, rapporti con l’estero);
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determinare il rischio effettivo;
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identificare cliente e titolare effettivo tramite documentazione;
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far compilare la dichiarazione antiriciclaggio cliente (modello AV.4);
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costituire il fascicolo cliente con tutti i documenti raccolti;
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stabilire un controllo costante (ogni 2-3 anni);
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registrare internamente procedure, controlli e decisioni.
Conclusioni
La dichiarazione antiriciclaggio cliente è uno strumento essenziale per tutelare sia il professionista che il cliente, garantendo trasparenza, legalità e rispetto delle normative.
Il modello AV.4 rappresenta la base per un fascicolo ordinato e conforme, ma richiede un’attenta gestione, aggiornamenti costanti e un approccio personalizzato in base al rischio.
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