Tassazione influencer: guida completa, adempimenti, regimi fiscali e scenari internazionali

La tassazione influencer è un tema cruciale e, spesso, frainteso: chi guadagna con Instagram, TikTok, YouTube o altri canali social deve conoscere con precisione quali obblighi fiscali e previdenziali si applicano per evitare sanzioni e ottimizzare la propria posizione fiscale. In questa guida completa esaminiamo, passo passo, chi è l’influencer, come si inquadra l’attività dal punto di vista fiscale, quali sono gli adempimenti da rispettare, i regimi fiscali possibili, la questione previdenziale, la disciplina dei non residenti e le valutazioni pratiche per chi valuta il trasferimento all’estero.

 

Chi è l’influencer e perché la tassazione è obbligatoria

Un influencer è una persona che, grazie alla propria autorevolezza o notorietà in un settore specifico, riesce a influenzare le scelte d’acquisto o di consumo di un pubblico online. L’attività tipica comprende creazione di contenuti (foto, video, reel, post), campagne sponsorizzate, affiliazioni, vendita di prodotti/servizi propri o in collaborazione con brand. Dal punto di vista giuridico e fiscale, quando l’attività è svolta con sistematicità e professionalità costituisce un’attività economica soggetta ad imposizione e adempimenti: non è una mera “hobby” e, nella maggior parte dei casi, richiede l’apertura di partita IVA e l’iscrizione agli enti competenti.

 

Tipologie di attività e loro inquadramento fiscale: affiliazioni vs testimonial

Dal punto di vista pratico è essenziale capire che tipo di rapporto si instaura con i brand, perché la qualificazione fiscale cambia:

  • Affiliazioni, codici sconto e remunerazione legata alle vendite: quando l’influencer percepisce compensi proporzionali alle vendite generate (es. commissioni per ogni vendita tramite codice o link), la giurisprudenza può ravvisare profili analoghi a quelli dell’agente di commercio. In casi recenti (sentenza Tribunale di Roma n. 2615/2024) è stato proprio questo l’orientamento, con conseguente valutazione di obblighi contributivi specifici (iscrizione Enasarco).

  • Testimonial / sponsorizzazione con compenso fisso: quando il compenso è determinato a forfait indipendentemente dal risultato di vendita, l’attività si inquadra più tipicamente come attività commerciale / di lavoro autonomo (reddito d’impresa o lavoro autonomo a seconda dei casi). Anche in questo caso è richiesta la partita IVA salvo ipotesi veramente occasionali. 

Questa distinzione è fondamentale perché incide su contributi (es. Enasarco se si ricade nella fattispecie dell’agente), su IVA, su ritenute e su obblighi contabili.

 

Gli adempimenti amministrativi e fiscali da non dimenticare

Per lavorare in regola come influencer occorre svolgere alcuni passaggi obbligatori. Li elenchiamo e spieghiamo in dettaglio:

1 Apertura della partita IVA

Per comunicare l’avvio dell’attività all’Agenzia delle Entrate è necessario compilare il modello per l’apertura partita IVA, indicando il codice ATECO corretto (vedi paragrafo dedicato). È buona prassi farsi assistere dal commercialista fin dall’apertura. 

2 Iscrizione al Registro delle Imprese (Camera di Commercio)

Contestualmente, nelle ipotesi di impresa, va effettuata l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio (diritti e bolli: costo iniziale circa 37€ + diritto annuale che varia; per le ditte individuali il diritto annuale si aggira intorno agli 88€). 

3 Iscrizione alla gestione previdenziale (INPS)

All’apertura della partita IVA, l’influencer che opera come impresa individuale normalmente deve iscriversi alla gestione commercianti INPS: i contributi minimi obbligatori sono significativi e, a titolo indicativo tratto dal documento, si parla di contributi fissi intorno ai 4.000€ annui che coprono un reddito fino a circa 19.000€; oltre tale soglia si pagheranno contributi aggiuntivi. In alcuni casi (agenti) è richiesta l’iscrizione a casse diverse come Enasarco.

4 SCIA / autorizzazioni comunali

Verificare se il Comune richiede la presentazione di una SCIA a seconda della sede e delle attività svolte (es. se si vendono prodotti, se si ha laboratorio / sede fisica, ecc.).

Codici ATECO utili per la partita IVA (scelta pratica)

Poiché molte “professioni digitali” non hanno ancora un codice ATECO dedicato, il documento segnala due codici comunemente utilizzati per l’attività di influencer/promozione pubblicitaria online:

  • 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari.

  • 74.90.99 – Altre attività professionali n.c.a. (non classificabili altrove).

La scelta del codice ATECO va discussa con il commercialista perché influenza coefficienti di redditività (se si opta per il forfettario), obblighi IVA, e classificazione agli effetti previdenziali.

Regimi fiscali: confronto dettagliato tra contabilità semplificata e regime forfettario

1 Contabilità semplificata (regime ordinario)

  • Si applica il criterio di cassa: i compensi si tassano nell’anno in cui vengono effettivamente incassati e le spese si deducono nell’anno in cui sono effettivamente pagate.

  • In molti casi i compensi erogati da sostituti d’imposta sono soggetti a ritenuta d’acconto del 20% (a titolo di acconto), con obbligo di rivalsa.

  • È possibile dedurre analiticamente i costi documentati (ad es. spese di viaggio, vitto e alloggio se sostenute dal committente non concorrono al reddito).

2 Regime forfettario (agevolato)

  • Requisiti: limite di ricavi/compensi fino a 85.000€ annui (ragguagliati), limite di spese per lavoro accessorio/collaboratori non superiore a 20.000€ lordi, ecc. 

  • Meccanismo: il reddito imponibile si ottiene applicando un coefficiente di redditività ai compensi percepiti (il coefficiente dipende dal codice ATECO). Le spese non si deducono analiticamente (salvo contributi previdenziali deducibili).

  • Imposta sostitutiva: aliquota 15% (ridotta al 5% per le nuove iniziative nei primi 5 anni, se ricorrono i requisiti).

  • Vantaggi pratici: nessuna IVA, esonero da ISA, semplificazioni contabili e assenza di ritenute per i compensi in molti casi, minori adempimenti.

Nota pratica: la scelta del regime dipende dal volume d’affari, dalla struttura dei costi, dalle prospettive di crescita e dalla tipologia di contratti con i brand; è una decisione strategica che va valutata con il commercialista.

Previdenza: INPS, Enasarco e altri enti (chi paga cosa)

  • INPS gestione commercianti: contributi minimi fissi (indicazione del documento: circa 4.000€ annui fino a una certa soglia) per chi apre partita IVA come impresa individuale. Questi contributi sono dovuti indipendentemente dal reddito nel limite dei minimi, con integrazioni se il reddito supera determinate soglie. 

  • Enasarco: se l’attività rientra nell’ambito degli agenti e rappresentanti (es. influencer che operano stabilmente per vendite in affiliazione e ricevono provvigioni), può scattare l’obbligo di iscrizione a Enasarco con contributi specifici. La giurisprudenza ha già riconosciuto casi di questo tipo.

Giurisprudenza e criteri che influenzano l’inquadramento (stabilità e continuità)

Un elemento frequentemente decisivo per l’inquadramento è la stabilità e la continuità dell’attività: se un influencer collabora stabilmente con un brand, con codice di affiliazione e provvigioni collegate alle vendite, i giudici possono ritenere che si tratti di attività assimilabile all’agente di commercio (art. 1742 c.c. e normativa Enasarco). La citata sentenza del Tribunale di Roma (n. 2615/2024) è un riferimento concreto in questo senso.

Influencer non residenti che lavorano in Italia: photo shooting, diritti di immagine e ritenute

Quando modelli, testimonials o influencer non residenti svolgono attività in Italia (photo shooting, campagne), i compensi relativi a sessioni di lavoro o ai diritti di utilizzazione dell’immagine possono essere considerati redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia e tassati di conseguenza. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito in più risposte e risoluzioni che tali compensi, se prodotti in Italia, rientrano nel territorio dello Stato. In tali situazioni, la normativa sulle ritenute prevede l’applicazione di una ritenuta alla fonte sui redditi di lavoro autonomo corrisposti a non residenti (ipotesi e percentuali disciplinate dal DPR n. 600/73).

Trasferirsi all’estero: perché alcuni influencer lo valutano e quali sono i rischi

Molti creator valutano il trasferimento della residenza fiscale all’estero per ridurre l’imposizione fiscale. Paesi spesso citati con regimi vantaggiosi sono Emirati Arabi Uniti (assenza di imposte sul reddito personale), Malta (regimi favorevoli per determinate strutture) e Andorra (tassazione personale ridotta con aliquote agevolate per alcuni scaglioni).

Ma attenzione:

  • Il trasferimento deve essere reale e documentabile (prova della residenza, presenze fisiche, legami economici e familiari).

  • Le autorità fiscali possono contestare trasferimenti “fittizi”.

  • Va valutata la compatibilità con il proprio mercato di riferimento e con i contratti in essere (alcuni brand potrebbero preferire collaborazioni con soggetti residenti in specifici Paesi).

Pianificazione: cosa fare concretamente prima di iniziare (checklist operativa)

Ecco una checklist pratica, completa e ordinata (da eseguire con il supporto del commercialista):

  1. Valutare la natura dell’attività: stabile/occasionale; affiliazioni vs. testimonial. 

  2. Scegliere codice ATECO e verificarne le implicazioni su coefficiente e regime. 

  3. Aprire partita IVA con il regime più idoneo (forfettario o ordinario). 

  4. Iscriversi a Camera di Commercio se necessario e verificare eventuale SCIA. 

  5. Iscrizione previdenziale (INPS gestione commercianti o altra cassa competente; valutare eventuale Enasarco).

  6. Redigere contratti chiari con brand (compenso, uso dell’immagine, durata, esclusiva, cedibilità dei diritti di immagine). 

  7. Organizzare la fatturazione e la contabilità (regime forfettario: semplificata; regimi ordinari: contabilità e IVA). 

  8. Pianificare la fiscalità internazionale se si lavora con committenti esteri o se si valuta trasferimento di residenza.

Domande frequenti

  • Devo pagare le tasse sui redditi generati in altri Paesi?

Dipende dalla tua residenza fiscale e dagli accordi di doppia imposizione tra Paesi; la residenza fiscale determina, nel complesso, dove si dichiara il reddito globale. 

  • È meglio costituire una società all’estero?

Potrebbe essere vantaggioso in alcuni casi, ma è una scelta complessa che richiede valutazione dei costi, fattibilità legale e rischi di contestazione. 

  • Come gestisco l’IVA per vendite in diversi Paesi?

La gestione IVA è complessa, specialmente nell’UE (regole OSS, soglie, reverse charge, ecc.). È necessario un controllo puntuale paese per paese.

Conclusioni

La tassazione influencer è un tema ampio, fatto di regole fiscali, contributive e di interpretazioni giurisprudenziali. Ogni situazione personale e di business può presentare sfumature diverse: scelta del regime, qualificazione dell’attività, rapporto con i brand, gestione della previdenza e valutazioni sul trasferimento all’estero sono tutte decisioni che richiedono consulenza personalizzata.

Se vuoi, il nostro studio può:

  • analizzare la tua situazione (contratti, volumi, tipologia di collaborazioni);

  • suggerire il codice ATECO e il regime fiscale più appropriato;

  • predisporre contratti semplici e chiari per le collaborazioni con i brand;

  • valutare la convenienza pensionistica e contributiva;

  • assisterti nel trasferimento di residenza fiscale (se è una strada praticabile).

Puoi contattare il nostro studio per qualsiasi cosa: una consulenza iniziale, una verifica della tua posizione fiscale o la redazione di un contratto con un brand. Siamo a disposizione per un’analisi dettagliata e personalizzata. Contattaci ora!

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